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Yogaś Citta Vrtti Nirodhaḥ

Lo yoga quieta i vortici della mente

Sutra 1.2 dagli Yoga Sutra di Patañjali

YOGA

Yoga

Uno dei termini più conosciuti nell’intera cultura indiana ed ora anche in occidente è la parola “yoga”.
Deriva dalla radice sanscrita “yuj” che significa: mettere insieme per compiere una azione comune ma anche unire e integrare.
Yoga indica sia il sistema filosofico (uno dei sei darsana o “visione” del pensiero indiano), sia la sua applicazione pratica, volta al percorso interiore che l’uomo fa per conoscere sé stesso, integrando tutti gli aspetti di cui è composto, e per conoscere la sua connessione con gli altri esseri e con la natura che lo circonda.
Secondo una visione globale dell’uomo nella sua essenza ed esistenza, lo yoga sviluppa un pensiero teorico ed una disciplina pratica che avranno attinenza con gli aspetti più materiali e concreti della vita ma anche con le più alte speculazioni esistenziali del pensiero e delle aspirazioni evolutive dell’essere umano.
Lo yoga è un complesso ed immenso corpus teorico-pratico che comprende una filosofia, una cosmogonia, una raffinata psicologia, una mistica, uno studio dettagliato degli stati di coscienza insieme ai mezzi e alle condizioni per realizzarli, un processo spirituale evolutivo senza essere necessariamente legato a nessuna religione specifica. Lo yoga è anche una scienza del benessere psicofisico, che denota una conoscenza precisa e sofisticata dei processi fisiologici, nonché dei processi psichici e della interazione e reciproca influenza tra mente e corpo, anticipando molte conoscenze della moderna psicosomatica. Lo yoga sviluppa anche norme etiche e comportamentali personali e sociali (Yama e Nyama) e pertanto può anche definirsi una antropologia, una sociologia e una epistemologia.

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Ashtanga Yoga – gli Otto rami dello Yoga

Il primo testo che parla dello Yoga fu scritto da Patanjali a un certo punto della storia fra il 500 A.C. e il 300 D.C. Il testo si chiama Yoga Sutras, e in questo, lo Yoga è definito come “chitta-vrtti-nirohdah” che letteralmente significa: “Lo Yoga è l’annullamento delle fluttuazioni della mente”, e attraverso questo raggiunto silenzio, l’uomo scopre il suo vero Sé.

Fermare le fluttuazioni della mente, o prendere il controllo della mente non è un obiettivo facile perché la mente sembra qualcosa di irraggiungibile. Per cui lo Yoga parte da qualcosa di tangibile, come il corpo, e attraverso le posizioni (Asana) ed il respiro (Pranayama) apre il corpo, e di conseguenza, la mente. Durante la pratica dello Yoga, usando corpo e respiro, inizia un viaggio da un posto conosciuto verso lo sconosciuto per raggiungere la consapevolezza di sé stessi.
Lo Yoga è tradizionalmente diviso in otto aspetti o ausili, anche detti Ashtanga (rami, membra) che conducono progressivamente agli stadi più elevati di consapevolezza e alla vita spirituale; le discipline che li costituiscono sono via via più interiori.

Yama, i precetti morali. Niyama, le pratiche di disciplina personali. Asana: le posizioni dello yoga. Pranayama: l’arte della respirazione. Pratyahara: il ritiro dei sensi dal mondo esterno nel sé interiore. Dharana: uno stato di concentrazione profonda e ininterrotta. Dhyana: la meditazione. Samadhi: uno stato trascendente oltre la meditazione, è lo stato della verità e della beatitudine.

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